Il Dott. Tomaso Conci, medico odontoiatra, è il Presidente della sezione trentina di ANDI - Associazione Nazionale Dentisti Italiani.
Dott. Conci, i nostri dati ci dicono che l’aumento dei costi per cure odontoiatriche dopo i 55 anni è veramente elevato. Più che per tutte le altre prestazioni rimborsate da Sanifonds. Ci aiuta a comprendere questi dati?
Fissiamo subito un concetto: una percentuale significativa di queste cure riguardano denti già trattati in precedenza. Ora, per semplificare, possiamo dire che questo fenomeno è in parte fisiologico e in parte evitabile con una efficace prevenzione. Fisiologico, perché le cure dentarie hanno una propria durata; legato alla prevenzione, perché tale durata è chiaramente influenzata dalle corrette abitudini di igiene e controllo adottate dal paziente.
A microfoni spenti ha usato una metafora originale: quella delle gomme dell’auto! La spieghi ai nostri lettori.
Quando monto un nuovo treno di gomme sulla mia auto, la loro durata dipenderà sicuramente dalla qualità e tipo di gomma, ma anche dall'uso che ne faccio (ad esempio dal tipo di auto, dal mio stile di guida o dalla strada che percorro). Gomme eccellenti, ma utilizzate in modo inappropriato, o non controllate, potrebbero durare dunque meno di quanto previsto. Ecco, le cure dentarie sono proprio così: vi è una durata fisiologica, poi la qualità del trattamento effettuato dal professionista (protocollo terapeutico, tecnologie e materiali impiegati) ed il contributo del paziente sotto forma di abitudini corrette e scorrette come ad esempio stato di salute generale, igiene, alimentazione, para funzioni, abitudini viziate.
In base alla sua esperienza clinica, c’è un’età dopo la quale la salute di una bocca “trascurata” può considerarsi compromessa?
No, direi che non si può fare un collegamento così netto e per tutte le patologie della bocca.
Penso però meriti un approfondimento lo specifico collegamento tra la malattia parodontale (che alcuni conoscono come “piorrea” e di cui ci accorgiamo magari per via del sanguinamento di una gengiva o della sensazione di mobilità dei denti), l’età e la “trascuratezza” nell'igiene orale. L’aspetto cruciale della malattia parodontale è la maggiore o minore gravità con cui tale patologia si manifesta e la tipologia di danni che può determinare nella bocca del paziente. Tali danni sono spesso più gravi e più repentini – pensiamo alla perdita dei denti - in pazienti over 55. Questo a causa del mix tra la fisiologica riduzione della reattività cellulare, la comparsa di patologie sistemiche (in primis il diabete) e la minor attenzione alle corrette abitudini di igiene che mediamente riscontriamo rispetto ad esempio ai pazienti un po’ più giovani, anche se non sono da trascurare stili di vita e suscettibilità individuale.
Ecco, Presidente Conci, ha introdotto il tema delle nuove generazioni. Particolarmente interessante per noi, dato che Sanifonds nel 2018 ha aperto all'adesione dei figli. Come sono bocca e sorriso dei “millennials”?
Beh, anche per me è un tema di grande interesse, sia come medico odontoiatra che come padre di due ragazzi adolescenti.
Da un lato, mediamente sono bocche certamente più sane rispetto a quelle dei teenagers di 40 anni fa, perché i genitori hanno oggi maggiore consapevolezza del valore della prevenzione e vi investono maggiori attenzioni e risorse economiche. Devo dire però che sono tanti i “killer invisibili” della salute dentale in età giovanile. Uno su tutti, gli zuccheri “nascosti”, che troviamo non solo in bevande gassate ma anche in bevande spesso percepite come più “innocue”, come il tè freddo. Le grandi quantità di queste bevande che i ragazzi spesso assumono rappresentano un grande rischio per la salute della loro bocca.
E, sempre pensando ai ragazzi giovani, quanto può aiutare l’evoluzione degli approcci terapeutici e delle tecnologie?
Conta moltissimo. Pensate solamente all'enorme risparmio di costi e al guadagno in termini di qualità della vita, che otteniamo intervenendo tempestivamente – generalmente tra i 6 e i 9 anni - con l’ortodonzia intercettiva piuttosto che solo con l’ortodonzia fissa nella seconda età giovanile. Rimane comunque fondamentale l’adeguato approccio alla prevenzione, anche qui la tecnologia ci aiuta, ad esempio, con spazzolini elettrici dotati di funzione Bluetooth con la possibilità di controllare tempi e modi di utilizzo come riscontro al risultato clinico.
Più sfumate, ma comunque non trascurabili, sono le differenze tra uomini e donne. Negli uomini iscritti a Sanifonds, la percentuale di persone che utilizza i rimborsi odontoiatrici è il 32%, mentre scende al 25% per le donne. Quale chiave di lettura ci suggerisce?
Guardi, la spiegazione più semplice – ma a mio avviso più vicina alla realtà – è che le donne sono mediamente più attente alla propria salute e, soprattutto, alle indicazioni per una corretta prevenzione. Basti pensare al tasso di adesione alle campagne di screening promosse dal Sistema Sanitario Nazionale per le principali patologie oncologiche.
Da qualunque parte la si veda, torna la centralità della prevenzione. La prevenzione è certamente il miglior investimento che possiamo fare per la salute della nostra bocca. Può darci qualche cifra sul risparmio che nasce dalle “buone abitudini” di prevenzione?
Sono gli stessi vostri dati a darci una fotografia del fenomeno. Il vostro iscritto che ha usato il rimborso per le prestazioni di prevenzione (visita, igiene), ha speso mediamente 85 € l’anno, mentre l’iscritto che ha utilizzato i rimborsi per le cure odontoiatriche (terapie conservative, protesica, implantologia, ecc.) ha speso mediamente 340€! Semplificando, potremmo dire che una persona che ha adottato corrette abitudini di prevenzione nei primi 25-30 anni di vita, nella parte restante spenderà prevalentemente per il controllo e la “manutenzione” della propria bocca (o delle proprie “gomme”, per usare la metafora di prima).
E spesso sono sufficienti accortezze banali…
Si, basti pensare, ad esempio, al modo con cui assumiamo la frutta. Si tratta di un alimento estremamente prezioso per la nostra dieta, ma anch'essa nasconde due piccoli potenziali “killers” per la nostra bocca: zuccheri e acidi! Perché promuovono un ambiente che facilita il proliferare dei batteri oltre ad avere un’azione diretta di demineralizzazione dello smalto. Ci possono però aiutare due banali accorgimenti: dopo aver mangiato frutta fresca, ricordiamoci di bere un bicchiere d’acqua per “tamponare” l’azione dell’acido in bocca. Mentre quando beviamo una spremuta, facciamolo con la cannuccia, così da indirizzarla direttamente nello stomaco, evitando di prolungare il contatto diretto sulle superfici dei denti.
Allargando la prospettiva alle patologie più gravi, impressionano i dati sui tumori del cavo orale (lingua, gengive, palato, ecc.). Che ormai coinvolge ogni anno 4.500 nuovi casi in Italia e cresce soprattutto nella popolazione giovane (sotto i 45 anni). Cosa può fare l’odontoiatra per promuovere una diagnosi tempestiva?
Questo è un argomento molto sentito nella nostra regione, se pensate che l’incidenza dei tumori del distretto testa collo (in cui sono ricompresi appunto quelli del cavo orale) nelle provincie di Trento e Bolzano è tre volte la media nazionale.
Ma più in generale, non è casuale che l’Ordine dei Medici, attraverso la Commissione Nazionale Albo odontoiatri, abbia promosso la figura del “dentista sentinella”: siamo gli specialisti maggiormente diffusi sul territorio e durante la visita, l’odontoiatra può intercettare numerose “spie” – come l’arrossamento o l’ingrossamento di parti del palato o della lingua - di patologie sistemiche importanti. Non solo tumori, ma ad esempio le malattie sessualmente trasmissibili: oggi si tornano a registrare – dopo molti anni – casi di sifilide con manifestazioni a livello del cavo orale.
È molto efficace l’immagine del “dentista sentinella”.
Si, lo è. Diciamo che un bravo odontoiatra è in grado di azionare 3 leve di allarme: l’allarme rosso – quando le spie che si accendono riguardano possibili patologie sistemiche, come appunto i tumori, che mettono a rischio la vita stessa della persona; l’allarme arancione – quando riguardano patologie come la malattia parodontale che seppur non rischiose per la vita ne possono compromettere la qualità; l’allarme giallo – quando riguardano la malattia più diffusa al mondo: le carie.
Saniblog è uno spazio di divulgazione in tema di salute. Lo sfrutti pure per condividere un’idea forte conclusiva sugli argomenti che abbiamo trattato.
La sfida più importante per noi è promuovere l’alleanza terapeutica fra l’odontoiatria ed il paziente per prendersi cura assieme della salute della persona. La cura odontoiatrica non può essere concepita come “prodotto”: sono troppe – come spero di aver spiegato – le implicazioni che i trattamenti odontoiatrici hanno sulla salute della persona perché essi possano essere assimilati appunto ad un prodotto di consumo. E non dovrebbe essere concepito come “costo”, dato che il rapporto sistematico con il proprio odontoiatra di fiducia e la qualità dei trattamenti cui ci si sottopone, sono il modo migliore per stare bene e minimizzare le spese nell'arco dell’intera vita.
Dott. Tomaso Conci
Medico Odontoiatra
Presidente della sezione trentina di ANDI Associazione Nazionale Dentisti Italiani.