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Un inquadramento generale

La “salute” dell’apparato cardiovascolare è certamente uno dei principali obiettivi di politica sanitaria che il nostro sistema sanitario deve porsi, se si pensa che le malattie cardiovascolari sono ad oggi la principale causa di decessi (34% del totale in Trentino, 37% in Italia – Quotidiano sanità su dati Istat 2014)

Ma ancora più importante è il dato sui cosiddetti “decessi evitabili”, ossia i decessi che potrebbero essere evitati ad esempio con miglioramenti nell’area della prevenzione e degli stili di vita.

Nell’ambito cardiovascolare, questo dato è pari in Trentino al 20%: in altri termini, 1 decesso su 5 è classificato come evitabile (Profilo di salute della provincia di Trento - aggiornamento 2017)

L’incidenza dell’età nell’accesso alle prestazioni cardiologiche

I dati dell’Ufficio Studi Sanifonds per il periodo 2015-2019 evidenziano come l’accesso alle visite cardiologiche aumenti all’aumentare dell’età. In particolare, lo “scalino” più ripido si osserva nel passaggio dalla classe di età 45-54 a quella 55-64. Il che fa supporre che il ricorso allo specialista sia più frequente quando si sia già manifestato qualche sintomo piuttosto che con finalità di prevenzione sistematica.

I differenziali di genere

L’area della cardiologia risulta tra le specialità con il maggior differenziale di genere.

Questo dato è peraltro coerente con i dati nazionali, che registrano un’incidenza delle patologie cardiovascolari nei maschi di quasi un punto percentuale superiore rispetto alle femmine.

I canali di accesso alle prestazioni

Il 57% delle visite nel periodo 2015-2019 registrate dal nostro Ufficio Studi è stato svolto in regime privato (includendo anche la libera professione intramuraria), il restante 43% con il sistema sanitario pubblico (ticket).